Quando si deve spostare della merce ci sono alcuni elementi fondamentali da tenere in considerazione, oltre al costo del trasporto è importante non danneggiare i beni che invece devono viaggiare in sicurezza, si aggiunge poi il tempo del viaggio e il costo ambientale. Fino agli anni ‘50 nessuno si poneva il problema di ottimizzare i tempi e i costi ma al crescere dell’economia e all’aumentare del commercio internazionale si è passati alla forma più dinamica di trasporto che conosciamo oggi: il trasporto intermodale.
Che cosa si intende per trasporto intermodale
«Il trasporto intermodale è il movimento di merci nella stessa unità di carico o sullo stesso veicolo stradale, che utilizza due o più modi di trasporto, e che non implica il trattamento diretto della merce nelle fasi di trasbordo» spiega la Commissione Europea.
Nello specifico quando si parla di unità di carico si intende un comune container in cui la merce viene posizionata direttamente dalla fabbrica o dal magazzino, e che non subisce alcun altro tipo di manipolazione finché non arriva a destinazione. Quando utilizza due soli mezzi di trasporto viene anche detto combinato, ed è il caso del container che viene trasportato via gomma al porto, all’aeroporto o alla stazione ferroviaria più vicina a seconda del luogo e delle esigenze del carico.
Il trasporto intermodale abbatte i costi, anche quelli ambientali
La peculiarità di poter organizzare diverse merci in un unico carico standard (container, cassa mobile o semirimorchio, anche dette UTI- Unità di Trasporto Intermodale) di grandi dimensioni, permette di abbattere il costo unitario del trasporto che a parità di distanza percorsa sarebbe notevolmente maggiore. Questo permette di concentrare il numero di viaggi e diminuire sensibilmente le emissioni. Su questo punto l’Unione europea punta all’ottimizzazione del trasporto intermodale su lunghe distanze così da abbattere le emissioni di CO2 fino al 55%.